Capitolo 3.
L’INCONTRO.Circa un’ ora dopo le lezioni, Alicia si ritrovò in punizione dalla Umbridge. L’odioso maialino rosa aveva saputo del suo ‘ballo’ mattutino assieme a Jordan e aveva ritenuto opportuno dare una bella lezione ai due ‘ragazzi cattivi’.
Accanto la scrivania della Umbridge, i due ragazzi scrivevano, con una speciale piuma punitiva della professoressa, la scritta
“”…Non si balla nel giardino se non con un permesso scritto…””
La stessa frase andava intagliandosi, con orrore, sul dorso della mano destra dei due giovani.
La professoressa, che continuava a lanciare occhiatine ai due ragazzi, sorrideva malignamente, bevendo una tazza di tè. Ma Alicia riteneva che ancor più odiosa della professoressa Umbridge stessa fosse la miriade di gatti presenti nel suo ufficio. “se sento un altro miagolio giuro che mi ammazzo” disse Lee, a voce bassa. Alicia cercò di reprimere il sorriso, ma la Umbrige aveva sentito.
“cos’hai detto, Jordan?” chiese, stizzita.
“nulla professoressa, la mano comincia a farmi male” rispose Jordan, accarezzando la sua mano destra.
La professoressa sorrise, bevve un altro po’ del suo tè “vuol dire che il messaggio è penetrato” rispose, con voce serafica, ma che spaventata più del suo solito tono stizzoso. Li squadrò, poi concluse “potete andare!”.
Alicia e Jordan non se lo fecero ripetere due volte. Uscirono dall’ufficio di quella pazza, dileguandosi. Era orario di cena e avrebbero dovuto raggiungere i loro compagni nella sala grande.
Mentre attraversavano i corridoi, ebbero modo di parlare un po’ del più e del meno.
“quindi, anche tu hai origini babbane?” chiese Alicia, un po’ sorpresa.
“certo! Come avrei potuto conoscere Guetta, se no?” rispose Lee, divertito.
“immaginavo.” Disse Alicia, guardando avanti, senza voltarsi. S’era accorta che Jordan non smetteva di osservarla.
“ehm…allora, come ti trovi nei Serpeverde?”
“…tu che pensi?” chiese lei, ironicamente.
Lee rise “immaginavo!” rispose. Lei si girò a guardarlo, stavolta, e lui le sorrise benevolmente.
Si ritrovarono nella sala grande, affollata come al solito ad orario di cena.
“io vado a sedermi, alla prossima” ma Jordan le prese il polso prima che lei finisse la frase.
“perché non ceni con noi? Non sei obbligata a stare anche a cena, a pranzo, o in qualsiasi altro frangente della giornata assieme alla tua casa!” disse, sorridendole.
Alicia guardò il gruppo ‘Potter’. La stavano osservando, in attesa di una risposta.
“okay” rispose alla fine. ‘sempre meglio che stare accanto ai Serpeverde’ pensò.
“ciao!” dissero più o meno in coro Ginny ed Hermione, prima ancora che Jordan la presentasse.
“lei è-“
“Alicia Black!” disse Hermione, alzandosi in piedi raggiante “lo so, io sono Hermione Granger!” concluse, stringendole la mano.
Alicia sedette, sorridente, anche un po’ imbarazzata. ‘qua tutti sanno chi sono?’
“piacere, io sono Ginny” Ginny sorrise, si diedero la mano.
“piaffere Ron” disse Ron con un enorme pezzo di torta in bocca.
“Ron, sei disgustoso!” lo canzonò Hermione.
“che ffe???” rispose il ragazzo, irritato.
Alicia sorrise, erano davvero una banda simpatica.
“piacere, io sono Fred” si presentò uno dei gemelli. Era alto, molto alto, con i capelli rossi e qualche lentiggine sul viso. Aveva una cicatrice sul sopraciglio sinistro ed un sorriso simile a quello di ‘Winnie The Pooh’.
“piacere, Alicia” rispose lei, ricambiando il sorriso. Era davvero carino il figlio di Arthur Weasley.
“ed io sono George!” l’altro gemello, con un sorriso più ampio del primo, spostò Fred con una fiancata e diede la mano ad Alicia. George era un po’ più magro di Fred, aveva un neo molto grande sul collo, a destra, e gli occhi un po’ più piccoli del gemello.
“piacere mio” sorrise Ali, felice di averli conosciuti. Sedette assieme all’allegra banda e parlarono di cose futili, divertenti.
Fu, tutto sommato, una gran bella serata, e da lì ce ne furono molte altre. Sotto gli occhi di tutti gli invidiosi Serpeverde, Alicia ormai si avvicinava sempre più al gruppo di Potter. Era contenta di stare accanto a loro, anche se a volte si richiudeva in se stessa, come agli inizi.
A farla star bene però c’erano Fred e George Weasley che, con le loro battute, le tiravano su il morale e la facevano ridere a crepapelle. Oppure Hermione che, anche se un po’ pesante, la faceva sorridere pensando a quanto fosse innamorata di Ron, ma non riuscisse ad ammetterlo. E poi c’era Ginny che, con la sua tenerezza, la faceva sentire una sorella maggiore e le faceva dire cose che, probabilmente, non avrebbe mai detto a nessun altro.
Parlava di frivolezze e quidditch con Lee ed Harry, di squisiti piatti da imparare con Ron, e qualche volta scambiava anche quattro chiacchiere con Draco che, non sembrava, ma era davvero diverso se allontanato da Tiger e Goyle.
Alicia s’era accorta delle attenzioni speciali di Lee. Il ragazzo era sempre attorno a lei, facendo ingelosire Malfoy e gli altri Serpeverde che le facevano il filo, e non solo…
Fred la guardava incantato ogni volta che lei Jordan decidevano di ascoltare un po’ di musica e buttar giù qualche passo di danza. Eh sì, stava cominciando ad innamorarsene. Intanto, però, c’era sempre Angelina che, gelosa com’era, non gli permetteva di avvicinarsi ad Alicia come invece stavano facendo George e Lee.
Ovviamente, se Alicia avesse voluto parlare con qualcuno, di certo non avrebbe scelto per primo lui.
“…e quindi mi sono sentita… un po’, beh… spenta, capisci?” Alicia era stesa sul letto di George. Il gemello era seduto accanto a lei, con la sua testa sulle gambe. “ti è mai capitato?” concluse, alzando gli occhi verso George. Il ragazzo fu preso alla sprovvista, poiché le stava accarezzando i capelli, stregato.
“ehm…si, certo… succede quando non si hanno punti di riferimento, Ali” rispose lui. La ragazza si alzò di botto.
“ma non capisco, perché??” alzò il tono della voce, senza volerlo, e cominciò ad andare su e giù per la stanza, mentre George la guardava, sorridendo. “io me la sono sempre cavata, DA SOLA. Non ho mai avuto bisogno di nessuno, MAI! E adesso? Adesso devo sentirmi COSì??” disse lei, iraconda. Poi si calmò, sospirò e sedette di nuovo accanto al gemello.
Poi accadde l’imprevedibile.
George l’abbracciò, con dolcezza. Il suo viso si perse tra i capelli lunghi di lei che, intontita, guardava il vuoto davanti a se. Alicia arrossì. George alzò il capo ed erano talmente vicini che lei poteva sentire il profumo di menta piperita del suo dentifricio. Il gemello si perse nei suoi occhi, mentre Alicia sembrava immobilizzata. Lui le si avvicinò, piano, cauto, socchiudendo gli occhi. Le bocche erano ad un passo dallo sfiorarsi.
“HEI!” gridò qualcuno appena entrato nella stanza. I due si ricomposero, allontanandosi l’uno l’altra, cercando di non sembrare troppo coinvolti.
Jordan aveva assistito all’intera scena.
“Alicia, perché non vai al dormitorio della ragazze?” disse, indispettito.
“c-certo…” rispose lei, ancora un po’ sorpresa. Si alzò, diede un ultima occhiata a George, che le sorrise imbarazzato, poi uscì dalla stanza.
“… ho visto tutto, sai?” disse Lee, dopo qualche minuto di silenzio.
“e allora?” rispose il gemello, stizzito.
“…niente.” Concluse Lee, ed uscì dalla stanza, borbottando.
George sapeva cosa gli stava accadendo. Innamorarsi di Alicia? Era il caso?
Comunque sia, al cuor non si comanda. Nemmeno con un filtro d’amore.
Un bel giorno soleggiato, durante un allenamento di Quidditch di Harry, Alicia conobbe Luna Lovegood e Neville Paciock.
“allora tu sei la famosa Alicia?” Chiese Neville, sorridente. Era un ragazzo alto, un po’ in carne, ma con bei lineamenti. Pareva un po’ troppo impacciato e rosso in viso, forse per la presenza di Luna.
“si, e tu devi essere Neville, vero?” chiese Alicia, ricambiando il sorriso debolmente. Neville annuì.
“ed io sono Luna”. Luna era una ragazza bionda, dagli occhi azzurri, meravigliosi, con un sorriso sempre stampato in volto, ma con la testa perennemente tra le nuvole (per questo veniva anche chiamata “Lunatica Lovegood”). Era dolce, simpatica, con una voce soave, e molto, ma molto particolare.
“piacere mio, Luna” disse Ali “Alicia” e le sorrise.
Quegli occhi. Quel sorriso. Quei capelli. Si, tutto le ricordava LEI.
Alicia si legò particolarmente a Luna, senza però darlo a vedere. Si preoccupava spesso per lei, di dove fosse, cosa facesse, e trascorrevano parecchio tempo assieme, anche senza Hermione e Ginny che, solitamente, studiavano più di loro due.
Luna la faceva star bene, la faceva sorridere, sempre, in qualsiasi circostanza, anche quando era troppo giù. Luna le faceva lo stesso effetto della sua miglior amica, Joanne.
Alicia, però, cercava sempre di reprimere il pensiero di Joanne.
Le faceva troppo male ricordarla.
*end*